26.01.2024
A4PA Sign, al servizio della digitalizzazione dei processi documentali
26.01.2024
A4PA Sign, al servizio della digitalizzazione dei processi documentali
Nel primo semestre 2023, in Italia sono state generate oltre tre miliardi di firme digitali remote. I numeri non dicono sempre tutto, ma in questo caso dicono molto.
Il nostro Paese viene spesso esortato a fare di più in termini di digitalizzazione, in diverse aree. Il Country report che ci riguarda, stilato nell’ambito delle analisi della Commissione Europea sullo Stato del decennio digitale, suggerisce infatti all’Italia di fare di più in termini di digitalizzazione dei servizi pubblici e di accelerare l’implementazione di misure sia esistenti che già pianificate.
Stesso discorso in materia di competenze digitali: solo il 46% della popolazione possiede quelle di base. Un fattore che mina la capacità di beneficiare delle opportunità digitali e di esercitare quella che viene definita cittadinanza digitale.
Ma, a quanto pare, questi limiti si fanno sentire meno quando è il caso di apporre una firma digitale. C’entra ovviamente anche, in alcuni casi, la mancanza di alternativa: spesso, a favorire l’affermarsi di un fenomeno, o di una prassi, tanto più in ambito digitale, è quel nudge, nemmeno troppo gentile, rappresentato dall’obbligo.
Firma digitale: una rivoluzione epocale per la Pa
La pubblica amministrazione è sicuramente uno degli ambiti che valorizza di più questa opportunità: sin dalle origini, la firma ha rappresentato infatti un elemento vitale del processo di e-government e ha contribuito in maniera forte a un ventaglio di cambiamenti, dalla digitalizzazione dei procedimenti amministrativi, alla gestione informatizzata dei flussi documentali. La smaterializzazione dei documenti cartacei ha prodotto vantaggi trasversali, anche in termini di impatti ambientali e logistici.
Di una firma digitale (intesa come firma elettronica qualificata), come ricorda Agid, possono dotarsi tutte le persone fisiche rivolgendosi “ai prestatori di servizi fiduciari qualificati autorizzati da Agid che garantisco l’identità dei soggetti che utilizzano la firma digitale”.
Apponendola a un documento, ha lo stesso valore di una firma autografa: certifica quindi l’identità di chi lo ha firmato, l’integrità e il non ripudio del documento.
Inoltre, la firma digitale consente di attivare workflow automatizzati ed è disponibile sia in locale che da remoto. La differenza è che, da remoto, non è necessario servirsi di un dispositivo fisico per apporla: basterà utilizzare il software o l’app del prestatore del servizio scelto autentificandosi via Otp (one time password): la firma viene generata su un Hsm (hardware security module) di cui è responsabile il certificatore accreditato. In modalità locale, invece, ci sarà bisogno di un dispositivo che appartiene al titolare (es: una smart card o un token per la firma digitale).
Nel novero delle firme elettroniche avanzate rientra anche quella grafometrica: viene prodotta dall’utente di proprio pugno mediante l’impiego di un hardware di acquisizione (es: un tablet grafometrico) e la firma, una volta acquisita, viene associata al documento informatico.
Argentea propone A4PASign
Nell’ambito dell’offerta per la Pa, Argentea propone A4PA Sign, lo strumento che consente di firmare digitalmente qualsiasi documento, anche da remoto.
Pensata per i professionisti della Pa, consente ai responsabili e ai dirigenti di poter verificare, in qualsiasi momento, la presenza di documenti che aspettano di essere approvati, all’interno delle piattaforme dedicate A4PASioe+ e A4PACons. Approvazione o rifiuto del documento saranno poi tracciati dal log del processo autorizzativo.
L’applicativo di Argentea necessita di installazione in quanto richiede il riconoscimento della persona autorizzata a firmare ma si collega all’ecosistema delle soluzioni Argentea che sono del tutto web based.