Categorie
Consumer News Retail

AMoneyAP, il pagamento alternativo diventa smart grazie al Pos

18.03.2024

AMoneyAP, il pagamento alternativo diventa smart grazie al Pos

18.03.2024

AMoneyAP, il pagamento alternativo diventa smart grazie al Pos

Da tempo gli italiani hanno compreso che c’è vita oltre il pagamento in contante e, giustamente, non hanno più cambiato idea.

I numeri confermano che nel primo semestre del 2023, il transato dei pagamenti digitali ha raggiunto i 206 miliardi di euro, con un significativo +13% sul medesimo periodo nell’anno precedente. Un dato di sicuro interesse è anche quello relativo al mercato dei “mobile e wearable payment” in prossimità, vale a dire quelle transazioni che i consumatori effettuano nel punto vendita attraverso uno smartphone o uno smartwatch.  Come indicano i dati dell’Osservatorio Innovative Payments del Politecnico di Milano, nel primo semestre del 2023, con questa modalità, il transato ha raggiunto i 12,2 miliardi di euro (+97%).

Una svolta culturale chiara ma il cambio di passo è stato possibile anche grazie all’evoluzione del Pos, che ormai è sempre più smart.

Modulo vincente

Se il pubblico sceglie infatti pagamenti alternativi, anche il Point of Sale deve evolvere, e così è stato negli ultimi anni per quei dispositivi dotati di un sistema operativo che consente di accettare i pagamenti evoluti grazie all’integrazione di altri software.

Se il cliente chiede di pagare con un metodo alternativo, non c’è altro da fare che sfoderare il Pos e offrire un servizio comodo e veloce.Prima però bisogna abilitare il Pos per questa tipologia di transazione.

Argentea propone il modulo AMoneyAP, per permettere ai retailer di accettare i pagamenti alternativi più diffusi. Implementando la soluzione, infatti, sul display del terminale Pos apparirà un QrCode che consente di effettuare il pagamento nella modalità gradita al cliente.

Il cliente inquadrerà il QrCode sul terminale con la sua app e non ci sarà bisogno di altre azioni, come inserimento dell’importo manuale o la ricerca del merchant. Tanto meglio, anche al fine di evitare problemi e rallentamenti tipici delle attività di cassa.

Una chance di fidelizzazione

I retailer che abilitano il modulo AMoneyAP possono accettare numerosi pagamenti alternativi: rientrano nel novero soluzioni largamente diffuse come Satispay, Alipay, AmazonPay, Tinaba, WeChatPay, BancomatPay. Grazie a queste soluzioni, milioni di italiani hanno semplicemente smesso di mettere mano al portafogli. I commercianti non possono sottovalutare l’ampiezza delle community che fanno affidamento sugli alternative payments, sempre più grandi, strutturate e trasversali. E l’accelerazione sembra destinata a continuare. Se un tempo il cliente che chiedeva di utilizzare un’opzione di pagamento alternativo rappresentava una mosca bianca, o magari un early adopter rispetto al resto della clientela, il quadro oggi appare notevolmente cambiato.

Il gioco della Customer Experience

La fidelizzazione del pubblico è uno degli aspetti più importanti per un’attività di successo in campo commerciale. Non è sbagliato affermare che l’espansione della clientela e la percezione positiva del brand da parte dei clienti passino anche da experience positive e fluide al momento del check-out. Un tema a cui devono prestare attenzione in particolare i “più piccoli”, perché i grandi player del retailer, in ogni segmento commerciale, sono ovviamente più veloci nell’intercettare e nell’accogliere le nuove soluzioni, anche quelle relative al pagamento.

L’evoluzione dello smartphone in tool per il pagamento ha ormai da tempo cambiato il modo in cui ci approcciamo ai pagamenti e ai trasferimenti di denaro; non stupisce allora che anche il Pos abbia nel tempo affinato la sua natura di point of sale e sia diventato un tool molto più elastico e inclusivo, garantendo comunque agli esercenti la stessa sicurezza degli incassi tradizionali.

#e-payments
#EuropeanPaymentsInitiative
#CircuitoEuropeoPagamenti
Categorie
Consumer News Retail

Tutte le App per il tuo Pos che ti semplificano la vita

26.02.2024

Tutte le App per il tuo Pos che ti semplificano la vita

26.02.2024

Tutte le App per il tuo Pos che ti semplificano la vita

Da “Point of sales” a “point of services”: in poche parole è sintetizzata l’evoluzione di cui è stato protagonista il Pos, sempre più in grado di veicolare servizi oltre che terminale di accettazione dei pagamenti.

La svolta rispecchia le mutate esigenze dei clienti che, nell’arco del tempo, hanno abbracciato nuove vie ai pagamenti, hanno imparato a confrontarsi con strumenti di welfare aggiornati, hanno compreso che ci sono modalità più contemporanee per affrontare questioni decisamente tradizionali.

Se il mondo si muove, non possono restare fermi i protagonisti del retail, siano essi commercianti o ristoratori, che, anche attraverso il Pos, possono offrire servizi all’utenza ma al tempo stesso semplificare la vita dei dipendenti, destinando quindi il loro impegno ad attività più importanti e ad alto valore aggiunto.

Ma quali sono le app, in casa Argentea, che aiutano retailer e ristoratori a fare la differenza? Scopriamole seguendo le potenziali esigenze della clientela, ovvero il cuore di ogni business.

App per POS: per chi vuole pagare alternativo

Il transato dei pagamenti digitali in Italia continua a crescere come hanno confermato i dati anche nel 2023; solo nel primo semestre avevano raggiunto quota 206 miliardi di euro, in crescita del 13% sullo stesso periodo dell’anno precedente. Accettare i pagamenti alternativi significa rinsaldare la fiducia e il senso di sicurezza dei clienti. Con AMoney AP di Argentea il cliente deve semplicemente inquadrare con la sua app il QR Code sul display del terminale Pos. Senza importi da digitare e senza merchant da ricercare, nessun errore all’orizzonte.

Chi vuole dividere i conti

Alla romana o a ciascuno il suo? Ognuno ha la sua visione ma l’unica certezza è che lo split del conto, ovvero la separazione per ciascun commensale, non deve creare stress ai clienti stessi o agli stessi esercenti. E così, con AMoney Split, Argentea ha creato una soluzione che soddisfa le diverse modalità di pagamento scelte dai consumatori. Una soluzione sia software che hardware in quanto grazie al terminale Pos Cb2 Contactless i clienti possono fare tutto al tavolo, grazie al tool mobile che gode anche di un ampio schermo touch.

Chi vuole pagare con i buoni pasto elettronici

Un’ampia platea di lavoratori, ogni giorno, chiede a ristoratori ed esercenti di bar di poter pagare con il ticket che l’azienda gli offre come sostitutivo del servizio mensa. AMoney BPE è il modulo di Argentea che garantisce la fluidità del processo in ogni fase per chi usa buoni pasto elettronici. Il primo step è proprio la lettura, con il dispositivo Pos, della card elettronica. Tutte le transazioni sono visualizzate su uno stesso portale (AMoney Portal) e tutto il transato è monitorato suddiviso per punto cassa, punto vendita ed emettitore.

Chi utilizza ancora il buono cartaceo

I ticket pranzo tradizionali sono ancora molto utilizzati ma non devono rappresentare un ostacolo, soprattutto per il ristoratore o l’esercente che in genere vede aumentare, in questo caso, il lavoro amministrativo. Il modulo AMoney BP consente di dematerializzare in cassa il buono cartaceo ed è collegato alla piattaforma dei principali emettitori. Una soluzione che richiede un solo dispositivo.

Chi si aspetta molteplici servizi

Quando offre servizi e vantaggi, il Pos diventa un mezzo anche per rafforzare il legame con l’utenza. Con AMoneyVas, infatti, il Pos consente di emettere ricariche, di pianificare saldi di bollette e PagoPa, di accettare i pagamenti di bollettini postali pre-marcati, di attivare codici-voucher per gli acquisti online e carte regalo. Anche in cassa si costruisce e si rafforza la relazione con la clientela, con le giuste soluzioni tecnologiche.

#e-payments
#EuropeanPaymentsInitiative
#CircuitoEuropeoPagamenti
Categorie
Consumer News Retail

Come funzionano i buoni pasto per chi ha un ristorante

14.02.2024

Come funzionano i buoni pasto per chi ha un ristorante

14.02.2024

Come funzionano i buoni pasto per chi ha un ristorante

I ristoranti costituiscono l’ultimo miglio dell’ecosistema dei buoni pasto che, come ben noto, annovera più attori. Le società emittenti, i datori di lavori, gli utenti finali e naturalmente la rete di ristoranti, bar ed esercizi convenzionati che svolgono un ruolo rilevante affinché questo benefit sprigioni il suo reale valore.

Il funzionamento di questa catena non è complicato: i lavoratori ottengono i buoni dall’azienda che li distribuisce dopo averli comprati da società emettitrici che promuovono e vendono il servizio. Il lavoratore riceve di fatto la prestazione di mensa sotto questa forma sostitutiva, nell’esercizio convenzionato che preferisce.

I ristoranti hanno più di un vantaggio nell’accettarli, come ampliamento e fidelizzazione della clientela ma anche servizi che nascono dalle sinergie con le società che li emettono. Non c’è dubbio che, sul piano gestionale, si tratti di altro lavoro. C’è poi anche un tema di commissioni, degno di approfondimento come hanno dimostrato negli ultimi anni polemiche, richieste e aspettative avanzate dalle Federazioni di settore. Tuttavia, non incide sulla dinamica routinaria che porta a gestire e archiviare la pratica “sul campo”.

Posto che di base è vietata qualsiasi pagamento in denaro come conversione del valore facciale del buono, come funziona allora il buono pasto per chi ha il ristorante? Le distinzioni dipendono anche dalle tipologie di buoni che il consumatore utilizza.

Buoni pasto per ristoranti: nuove vie alla gestione

Nel caso dei buoni cartacei, i ristoranti erano tenuti a conservare e conteggiare i buoni che ricevevano nel mese, naturalmente prestando attenzione a tutti gli aspetti che ne garantivano la validità. La conservazione dei buoni è fondamentale per emettere la fattura alla società emettitrice al fine di ottenere quanto spetta, quindi il saldo (l’emissione dello scontrino avviene contemporaneamente all’accettazione del ticket, ma l’incasso no).

La sfida di una corretta gestione del buono cartaceo non deve però tradursi in uno stress sul fronte della gestione amministrativa che potrebbe spingere l’esercente a rinunciarci facendo qualche ragionamento di troppo. Perché, se è vero che alcune dinamiche non sono cambiate, su altri aspetti si può intervenire, come dimostra il software di Argentea AMoney BP.

La soluzione del provider italiano consente in primis di dematerializzare il buono cartaceo in cassa, avvenuta la scansione per verificarne la validità. Viene meno il rischio di perdere i tagliandi o di danneggiarli con potenziali perdite economiche. La mole di buoni che oggi giorno viene dematerializzata grazie a questo modulo, collegato alle piattaforme dei principali emittenti, si può controllare grazie al report online che si aggiorna costantemente. AMoney BP inoltre predispone la pre-fattura e la fattura finale da inviare all’emettitore.

Il valore della tecnologia

I vantaggi sono numerosi in termini di semplificazione e anche questo può essere un incentivo ad accettare dei ticket che risultano, anche per gli utenti stessi, meno comodi di quelli elettronici (ma pur sempre un benefit che integra il reddito).

Nel caso invece dei buoni elettronici, la dematerializzazione si traduce in una card su cui i diversi buoni sono caricati come valore complessivo che viene scalato di volta in volta. Per questa tipologia di buoni, Argentea propone AMoney BPE che consente di accettare i buoni pasto su tutta la barriera casse, al tavolo e in mobilità. Supporta anche la modalità di pagamento con codice OTP e si integra con i più conosciuti software di cassa.

L’esercente può monitorare tutto il transato, suddiviso per punto cassa, punto vendita ed emettitore. Indipendentemente dagli emettitori le transazioni vengono tutte visualizzate su AMoney Portal, una dashboard che offre una panoramica sempre aggiornata di quanto avviene a livello di incassi.

In un’era dove l’accettazione dei buoni pasto è una scelta non scontata, che si fa valutando più aspetti, compresi quelli gestionali, la scelta della giusta tecnologia rappresenta uno step fondamentale per decidere di fare parte, o meno, della partita.

Occhio anche al fattore “utenza”. Il ristorante che accetta i buoni pasto arriva potenzialmente a una clientela più grande ma è pur vero che la concorrenza su questo fronte non manca. Se le operazioni in cassa risultano semplici e fluide, l’utenza preferirà un locale a un altro presente nei paraggi.

#e-payments
#EuropeanPaymentsInitiative
#CircuitoEuropeoPagamenti
Categorie
Consumer News Retail

Come adattare facilmente il Pos a tutti i buoni pasto

02.02.2024

Come adattare facilmente il Pos a tutti i buoni pasto

02.02.2024

Come adattare facilmente il Pos a tutti i buoni pasto

I vantaggi dei buoni pasto sono noti, soprattutto ai lavoratori, ma vale sempre la pena ricordare che rappresentano molto di più una soluzione di welfare per pranzare o fare la spesa. In un mondo dove aziende e lavoratori cercano vie virtuose per stare assieme e lavorare produttivamente, costituisce infatti un asset da non sottovalutare. I buoni pasto possono contribuire infatti a fidelizzare il dipendente e a metterlo in condizione di lavorare meglio, tanto più nelle fasi dove i rincari mordono ed erodono il potere d’acquisto. E poi, in molti contesti, anche condividere la pausa pranzo aiuta a rendere più forte il bond con i colleghi.

L’evoluzione dei buoni pasto, usciti ormai da tempo dalla dimensione solo cartacea e approdati a quella digitale ed elettronica, ha spinto anche gli esercenti a rapportarsi diversamente, al fine di favorire esperienze positive per i clienti e di semplificare la gestione dei processi. Un grande assist è arrivato dal provvedimento che ha permesso ai pubblici esercizi di leggere i buoni pasto con un unico Pos. In passato si usavano perché diverse erano, e sono, le società emittenti. Ma, fortunatamente, questo vecchio andazzo è stato superato.

Buoni pasto: approcci vincenti per tipologie differenti

Ma come è possibile adattare facilmente il Pos a tutti i buoni pasto?

In casa Argentea le soluzioni sono calibrate proprio tenendo in considerazione le sfide con cui i titolari di ristoranti, bar, tavole calde, si confrontano ogni giorno.

Quando un panorama cambia, più soluzioni finiscono per coesistere piuttosto che annullarsi a vicenda, proprio come dimostra il caso dei ticket per i pasti appunto: continuano ad esistere in più modalità e più società li emettono.

Pensiamo ad esempio a quelli cartacei. Ha senso non accettarli perché comportano maggiori sforzi dal punto di vista della gestione? No, perché anche la modalità conserva e invia può essere superata.

In casa Argentea la soluzione AMoneyBP è pensata proprio per dare una risposta ai bisogni con cui si confrontano gli eserciti. Questo modulo infatti è collegato alle piattaforme dei principali emettitori e con un solo dispositivo legge, valida e dematerializza il buono cartaceo in cassa (viene letto dallo scanner). La gestione dei buoni è semplificata dalla connessione con il portale AMoneyPortal di Argentea che, con la sua dashboard, offre uno sguardo olistico sugli incassi, sulle performance dei terminali in uso e anche sulle modalità di pagamento utilizzate dalla clientela. Il portale è infatti integrato con tutti i moduli AMoney di Argentea, compreso ovviamente AMoneyBP.

La semplificazione derivante dall’utilizzo di solo dispositivo è nodale, ma rilevante è avere a disposizione la giusta opzione tecnologica per gestire le complessità e le possibilità delle diverse tipologie di buoni pasto.

La gestione dei buoni pasto elettronici

Stesso discorso per quelli elettronici, con AMoneyBPE di Argentea: anche questa soluzione è integrata direttamente con i sistemi degli emettitori e con i principali transazionali di cassa. Tutte le transazioni, a prescindere dagli emettitori sono visualizzate su AMoneyPortal una volta che il dispositivo Pos ha letto la card del buono pasto. La sfida da vincere per gli esercenti è rimuovere tutte quelle frizioni che potrebbero incidere in termini di errori, registrazioni mancate o di certificazione dei dati della transazione. A prescindere dalla morfologia del ticket ma, al contrario, in virtù della stessa.

#e-payments
#EuropeanPaymentsInitiative
#CircuitoEuropeoPagamenti
Categorie
Consumer News Retail

Come è fatto un lettore buoni pasto unico per tutti gli emettitori

03.01.2024

Come è fatto un lettore buoni pasto unico per tutti gli emettitori

03.01.2024

Come è fatto un lettore buoni pasto unico per tutti gli emettitori

Pranzo, spesa, ordini online: i buoni pasto rappresentano uno strumento essenziale di welfare per milioni di dipendenti, che ne sfruttano i vantaggi presso ristoranti, bar, supermercati ma anche sulle piattaforme di food delivery.

Il famoso blocchetto dei ticket cartacei era un tempo sinonimo assoluto di buoni pasto ma la dematerializzazione ha di fatto introdotto nuove vie alla fruizione, attraverso il buono pasto elettronico o completamente digitale, via app, con numerosi vantaggi (anche dal punto di vista fiscale) e un generale snellimento dei processi sia a monte che a valle.

Tuttavia, verificare autenticità e validità dei buoni – e consentire a tutte le parti in causa (esercenti, emittenti, clienti) di ottenere quanto rispettivamente gli spetta – è fondamentale e quindi nel tempo si è evoluto anche il dispositivo deputato a questi scopi, ovvero il lettore dei buoni pasto.

Un lettore buoni pasto per tempi nuovi

La grande svolta è arrivata, per gli esercenti, con la possibilità di accettare i buoni pasto con un unico Pos, mettendo fine a tutto il disordine causato dalla pletora di strumenti adibiti alla stessa funzione. Un solo lettore per tutti e niente più perdite di tempo in cassa ma anche – e soprattutto – risparmi consistenti sui canoni.

Proprio come nell’ambito dei pagamenti digitali i Pos non sono più vincolati a singoli soggetti bancari, anche in quello dei ticket si è allentato del tutto il legame tra dispositivo e società attive nel mercato dei buoni, che li fornivano agli esercenti.

Venuto meno un fattore che irrigidiva il sistema, sono migliorate le esperienze di incasso e pagamento, con processi più fluidi e risparmi sui costi di gestione, ma l’upgrade si è innestato più in profondità, anche dal punto di vista dell’innovazione pura.

I provider tecnologici che erano già al lavoro su queste esigenze hanno capitalizzato una spinta che è venuta dalle norme (il ben noto decreto Semplificazioni 2020, ndr). ma non sono poi mancate anche partnership ad hoc tra pay tech e operatori del segmento benefit al fine di favorire l’integrazione e consentire a uno stesso terminale di gestire, ad esempio, sia i buoni pasto che i normali pagamenti.

Anche gli emettitori, quindi, hanno colto un passaggio per mettersi in gioco e agire, in qualche caso, da player dell’innovazione.

I vantaggi del lettore unico per buoni pasto

Ma, tornando al quesito originario: come è fatto un lettore buoni pasto unico per tutti gli emettitori?

Prendiamo il caso di un Pos unico abilitato dal software AMoneyBPE di Argentea.

AMoneyBPE accetta i buoni pasti elettronici di dodici emettitori, consentendo ai clienti grande sicurezza sul fronte dell’accettazione ma anche grande flessibilità agli esercenti che, naturalmente, vogliono essere quanto più inclusivi possibili rispetto alle esigenze potenziali del target di riferimento.

Se alcuni emettitori sono configurati di default, ai fini dell’accettazione, è possibile implementarne molti altri su indicazione dell’esercente, per incontrare i bisogni della clientela tutta.

Il Pos è integrato direttamente con i sistemi degli emettitori ma anche con i principali software di cassa. Il transato viene diviso per punto cassa, punto vendita ed emettitore. Inoltre, tutte le transazioni, a prescindere dagli emettitori, vengono visualizzate sullo stesso portale, quello proprietario AMoneyPortal, per un quadro sempre completo e aggiornato.

Un lettore buoni pasto unico deve quindi aiutare l’esercente a escludere errori, mancate registrazioni e rallentamenti durante la transizione, favorendo una positiva experience di pagamento per il cliente sulla barriera casse, al tavolo o in mobilità. Ma anche laddove il buono resta cartaceo, perché è del tutto legittimo sia usarli che accettarli, il Pos deve garantire vantaggi per tutti, abilitando la dematerializzazione in casa e sollevando l’esercente da numerose incombenze, come quelle legate all’archiviazione e all’invio.

Il sistema è cambiato, e solo una tecnologia flessibile ne asseconda i vantaggi trasversali.

#e-payments
#EuropeanPaymentsInitiative
#CircuitoEuropeoPagamenti
Categorie
Consumer News Retail

Pos veloce, come fare la differenza nella customer experience

19.12.2023

Pos veloce, come fare la differenza nella customer experience

19.12.2023

Pos veloce, come fare la differenza nella customer experience

In negozio o al ristorante, sono davvero numerosi gli aspetti che concorrono a una customer experience positiva e tra questi rientrano inevitabilmente tutti quelli connessi ai pagamenti che rappresentano lo stadio finale del processo d’acquisto.

Lontano dalla dimensione digital, il Pos gioca un ruolo rilevante per una piena soddisfazione di clienti e retailer in un’era dove il cashless è sempre più dominante. Ma perché uno strumento che funge da servizio di incasso rivestirebbe un ruolo così peculiare ai fini della soddisfazione del cliente?

In generale, uno dei principali obiettivi degli esercenti è ridurre al massimo tutti gli inconvenienti che possono generare frustrazione nei clienti, per motivi che esulano dalla loro volontà o competenza. Tra questi rientrano naturalmente tutti quelli che equivalgono a perdite di tempo dovute all’inefficienza del personale o al cattivo funzionamento degli strumenti preposti al checkout.

Cosa fa un Pos veloce e performante

Ecco che il fattore velocità, quando si parla di Pos, diventa estremamente rilevante.  

Ma di quale velocità parliamo?

A monte, trattandosi di un terminale che deve compiere un lavoro di elaborazione, il primo pensiero va alla velocità della connessione disponibile, un fattore sui cui incidono più dinamiche, definiamole pure strutturali. Tuttavia, è un aspetto che va tenuto in considerazione e migliorato laddove possibile in quanto, se i tempi si dilatano, si genera nel cliente in attesa una sensazione di incertezza e dubbio di buona riuscita del pagamento poco gradevole. La velocità del Pos incide sull’efficienza complessiva del locale/negozio, perché la fluidità del processo di checkout si ripercuoterà a catena su tutti coloro che dovranno effettuare il pagamento in store (in alcuni orari/giorni il tema può essere più sentito del solito). Il discorso va esteso al caso in cui l’utilizzo del Pos sia in mobilità, quindi, in situazioni dove è ancora più alta l’aspettativa del cliente che non vorrà perdere tempo per strada o sulla soglia di casa.

Ma la velocità di connessione non è il solo aspetto che concorre alla fisionomia di un Pos veloce. Nell’epoca in cui gli incassi sono stati semplificati, e quindi velocizzati, grazie all’avvento di numerosi metodi alternativi di pagamento, un terminale come il Pos non può che seguire l’evoluzione di queste dinamiche, offrendo quindi tutto il ventaglio di soluzioni per accettare le carte (chip, banda magnetica, contactless, ecc).

Tagliare i tempi

I clienti si aspettano opzioni comode, flessibili e in grado di accelerare i tempi: nel caso di un Pos utilizzato nell’ambito della ristorazione, il riferimento va alla presenza delle diverse tipologie di pagamenti possibili (unico, split, separato), all’accettazione di modalità diverse per lo stesso tavolo o alla possibilità di chiudere più tavoli con la stessa transazione.

I tempi del Pos possono quindi generare vantaggi tangibili per il cliente, ma anche per chi gestisce l’organizzazione. In questo caso, più che mai, il tempo è denaro: fatta in velocità la transazione, torna utile la possibilità di monitorare in tempo reale i flussi di pagamento, la visualizzazione in tempo reale degli scontrini emessi, il taglio di alcune prassi (come la conservazione degli scontrini, ndr) grazie all’archiviazione digitale. Occhio anche al tema della continuità operativa, ovvero la possibilità di attivare una replica remota del sistema quando un evento può intralciare il funzionamento del sistema in store: tornare subito operativi è decisivo per clienti e operatori e fa risparmiare tempo e denaro.

Ma una considerazione sui tempi del Pos va realizzata sempre anche a monte, dalla semplicità di installazione a quella del primo utilizzo, perché anche in questo caso diminuiscono i tempi dedicati all’assistenza o al setup. Quello che invece non può mancare, al fine di un Pos sempre veloce e performante, oltre alla scelta del giusto hardware e software, è un’attenzione profonda agli aggiornamenti, al monitoraggio delle prestazioni, alla customizzazione e all’ottimizzazione di tutti i processi di pagamento, implementando il ventaglio per essere sempre in linea con i bisogni del cliente.

#e-payments
#EuropeanPaymentsInitiative
#CircuitoEuropeoPagamenti
Categorie
Consumer News Retail

5 step per migliorare la customer experience in store

12.12.2023

5 step per migliorare la customer experience in store

12.12.2023

5 step per migliorare la customer experience in store

Nonostante l’inarrestabile avanzare della digitalizzazione e del commercio elettronico, l’esperienza fisica in store conserva un ruolo di primaria importanza per le aziende retail. Questa interazione diretta con i prodotti e il personale di vendita può infatti fare la differenza tra un cliente soddisfatto e uno insoddisfatto, tra un acquisto e un abbandono. Come migliorare dunque la customer experience in negozio? Ecco i cinque passi fondamentali.

1. Personalizzazione della customer experience

Il primo passo per migliorare la customer experience in store è la personalizzazione dell’esperienza di acquisto. I clienti non vogliono sentirsi solo un numero, ma desiderano essere riconosciuti e apprezzati. Questo significa che il personale di vendita deve essere in grado di riconoscere i clienti, capire le loro esigenze e fornire suggerimenti personalizzati. Tecnologie come l’intelligenza artificiale possono aiutare in questo, consentendo di raccogliere e analizzare i dati dei clienti per offrire un servizio più personalizzato. Al tempo stesso, offrire un ampio ventaglio di sistemi di pagamento innovativi contribuisce a soddisfare ogni esigenza della clientela.

2. Formazione del personale

Un altro aspetto cruciale per migliorare la customer experience in store è la formazione del personale. I dipendenti devono essere in grado di fornire ai clienti un servizio sempre all’altezza delle aspettative, rispondere alle loro domande e risolvere eventuali problemi che possano sorgere. La formazione dovrebbe quindi non solo riguardare le competenze tecniche, ma anche quelle emotive, come l’empatia e la capacità di ascolto. È importante anche che il personale addetto alle vendite sappia come gestire i diversi sistemi di pagamento elettronico, ormai sempre più utilizzati.

3. Ambiente del negozio

Anche l’ambiente del negozio ha un impatto significativo sulla customer experience. Un negozio pulito, ben organizzato e con un design gradevole può attrarre i clienti e invitarli a rimanere più a lungo. Allo stesso tempo, è importante considerare aspetti come l’illuminazione, i colori, la musica e – perché no? – il profumo, che possono influenzare l’umore dei clienti e dare una percezione positiva del brand.

4. Integrazione online-offline

Oggi i clienti sono sempre più connessi, è fondamentale quindi integrare le esperienze online e offline. Questo significa che le informazioni e le offerte disponibili online devono essere coerenti con quelle in negozio e viceversa. Inoltre, i clienti dovrebbero essere in grado di passare facilmente da un canale all’altro, ad esempio acquistando online e ritirando la merce in negozio o consultando online i prodotti disponibili in store. Molte ricerche di mercato evidenziano come l’esperienza omnicanale aumenta le possibilità di vendita. L’e-commerce e il negozio fisico non dovrebbero essere visti come due realtà separate, ma come due facce della stessa medaglia.

Si può ricorrere a tecnologie innovative, come i beacon, che consentono di inviare notifiche push personalizzate ai clienti quando entrano in negozio (il cosiddetto marketing di prossimità), o la realtà aumentata, che può arricchire l’esperienza in-store con informazioni digitali.

Le app mobili possono giocare un ruolo cruciale nell’integrazione online-offline, permettendo ai clienti di verificare la disponibilità dei prodotti, leggere recensioni, confrontare prezzi, ecc.

Inoltre, grazie all’uso dei dati, i retailer possono offrire promozioni personalizzate direttamente sul dispositivo mobile del cliente.

5. Feedback dei clienti

Infine, per migliorare la customer experience in store, è fondamentale raccogliere e ascoltare i feedback dei clienti. Questi possono fornire preziose informazioni su cosa funziona e cosa può essere migliorato. Le aziende dovrebbero quindi incentivare i clienti a lasciare commenti e recensioni, ad esempio attraverso sondaggi o programmi di loyalty, e poi utilizzare queste informazioni per apportare i miglioramenti necessari.

In conclusione, migliorare la customer experience in store richiede un approccio olistico che consideri sia gli aspetti tangibili, come l’ambiente del negozio, sia quelli intangibili, come la personalizzazione dell’esperienza e la formazione del personale. Solo così le aziende potranno creare un’esperienza che soddisfi i clienti e li inviti a tornare.

#e-payments
#EuropeanPaymentsInitiative
#CircuitoEuropeoPagamenti
Categorie
Consumer News Retail

Tutti i vantaggi della dematerializzazione dei buoni pasto

04.12.2023

Dematerializzazione dei buoni pasto: tutti i vantaggi

04.12.2023

Tutti i vantaggi della dematerializzazione dei buoni pasto

In molti ambiti del mercato B2B, si è imposto negli ultimi anni, con vantaggi consistenti, un processo noto come “dematerializzazione”. Grazie all’informatizzazione dei processi, la dotazione cartacea (di un ufficio, di un ente, etc.) viene eliminata e la gestione documentale cambia volto, con numerose conseguenze positivi in termini di snellimento dei processi, minor impatto ambientale, ecc.

Anche nel settore dei buoni pasto, presenti nella vita di milioni di italiani ed essenziali strumenti di welfare e sostegno al reddito, la dematerializzazione ha fatto il suo ingresso per la gioia dei numerosi attori di questo “ecosistema”. In passato buono pasto era, infatti, sinonimo totale di ticket cartaceo e datori di lavoro, aziende, esercenti dovevano mettere in conto una serie di svantaggi che rientravano però nella gestione generale di questo benefit.

Dematerializzazione a monte e a valle

Anche in quest’ambito il cambiamento si è imposto. Allo stato attuale, sono tre le tipologie di buoni: il buono pasto cartaceo, consegnato fisicamente al dipendente; il buono elettronico, che può essere utilizzato grazie a una card apposita; il buono pasto digitale, del tutto smaterializzato (si usa esclusivamente via app).

Il buono cartaceo che non nasce digitale può comunque essere dematerializzato in cassa. Lo consentono soluzioni come quella di Argentea, AMoneyBP. Grazie a un solo dispositivo, valido per tutti gli emettitori, la soluzione di Argentea legge, valida e dematerializza il voucher direttamente in cassa, verificando subito la validità del buono letto dallo scanner.

Ė importante sottolineare questo aspetto perché il buono cartaceo esiste ancora ed è del tutto legittimo accettarlo, sia per il dipendente che per l’esercente. Ma il vantaggio della dematerializzazione è semplificare quella gestione complessa che ha reso il buono cartaceo, nel tempo, sempre più sgradito in virtù dei processi di conservazione e invio per ricevere il pagamento dall’emettitore. I buoni pasto, infatti, vengono per prassi ritirati dalla società emettitrice a seguito del pagamento di un corrispettivo agli esercizi convenzionati.

La dematerializzazione aiuta quindi a snellire diversi processi dal punto di vista amministrativo. Ma non è certo l’unico vantaggio.

I vantaggi concreti della dematerializzazione dei buoni pasto

Ricapitoliamo quelli principali per i diversi attori in gioco:

Dipendenti

In passato, perdere il blocchetto con i voucher era un vero incubo per i dipendenti, costretti a richiederlo. Altrettanto noiose anche le dispute con i retailer, impossibilitati a dare il resto sul pagamento effettuato con i ticket. Una dinamica tramontata, perché la cifra viene prelevata correttamente sul conto legato al buono.

La dematerializzazione ha reso anche più simile ad altre esperienze di pagamento l’utilizzo dei buoni pasto, ad esempio grazie alla possibilità d’acquisto online, presso gli e-commerce convenzionati. Inoltre, la compatibilità di alcune app con metodi di pagamento mobile, abilita anche in questo ambito i vantaggi del contactless.

Anche monitorare il proprio saldo, via app o collegandosi al server di chi emette il buono, è una prassi comoda e tipicamente digital. Infine, in caso di smarrimento, le card possono essere bloccate, evitando “appropriazione indebite”.

Aziende

Niente più carta, anche per loro ma una semplice ricarica. L’importo del buono, infatti viene accreditato sulla tessera o sull’applicazione del collaboratore, mettendo fine a tutte le dinamiche connesse con la spedizione di blocchi di titoli da parte della società, con costi di vario tipo e anche potenziali problemi, smarrimenti, ritardi.

Esercenti

Il ruolo degli esercenti è essenziale e la dematerializzazione ha certamente velocizzato i processi e pensionato alcune dinamiche che creavano dubbi e rallentamenti. Tra questo, anche l’accertamento della durata e della bontà del buono, che in passato poteva essere contraffatto. La verifica della validità del buono è ormai a portata di scanner e non serve dotarsi di numerosi device per leggere i buoni pasto dei diversi emittenti in quanto, come nel caso di AMoneyBP di Argentea, ne basta uno. Poter certificare i dati delle transazioni e predisporre le fatture verso l’emettitore o monitorare i buoni già accettati con il gestionale in uso, è un altro importante fattore di vantaggio e chiarezza per tutti.

#e-payments
#EuropeanPaymentsInitiative
#CircuitoEuropeoPagamenti
Categorie
Consumer News Retail

Bonus celiachia: una guida essenziale per gli esercenti

29.11.2023

Bonus celiachia: una guida essenziale per gli esercenti

29.11.2023

Bonus celiachia: una guida essenziale per gli esercenti

Il bonus celiachia è un beneficio economico concesso da alcune regioni italiane a chi è affetto da celiachia, con l’obiettivo di supportare i costi legati all’acquisto di prodotti senza glutine. La celiachia è una malattia autoimmune che colpisce l’intestino tenue, caratterizzata da una reazione immunitaria permanente al glutine, una proteina presente in molti cereali come il frumento, l’orzo e la segale. Attualmente, l’unico trattamento efficace per la celiachia è una dieta rigorosamente priva di glutine. Ciò significa che i celiaci devono evitare tutti gli alimenti, bevande e farmaci che contengono glutine. Ecco una guida per gli esercenti che illustra le modalità con cui possono aderire al programma e fornire servizi ai beneficiari di tale bonus.

Il bonus celiachia: cos’è e come funziona

Il bonus celiachia è un contributo economico mensile che viene erogato ai pazienti celiaci, per aiutarli a coprire i costi dei prodotti alimentari speciali senza glutine, notoriamente più costosi dei corrispondenti prodotti con glutine. Questo bonus viene erogato sotto forma di voucher, che possono essere utilizzati presso gli esercizi commerciali aderenti al programma. Gli esercenti, a loro volta, possono riscuotere il valore dei voucher presso le Aziende Sanitarie Locali (ASL).

Come aderire al programma del bonus celiachia

Gli esercenti che desiderano aderire al programma del bonus celiachia devono prima registrarsi presso la propria ASL di riferimento. La registrazione comporta la compilazione di un modulo di adesione e la presentazione di alcuni documenti, tra cui la copia del documento di identità del titolare dell’esercizio e l’autorizzazione sanitaria all’esercizio dell’attività commerciale.

Dopo l’accettazione della domanda, gli esercenti ricevono una comunicazione ufficiale di adesione al programma. A questo punto, possono accettare i voucher del bonus celiachia come forma di pagamento per i prodotti senza glutine.

Come riscuotere i voucher del bonus celiachia

I voucher del bonus celiachia sono riscuotibili presso la ASL di competenza. Gli esercenti devono presentare i voucher originali, insieme a una dichiarazione che attesti l’avvenuta vendita dei prodotti senza glutine. Il pagamento avviene di norma entro 60 giorni dalla presentazione dei voucher.

È importante sottolineare che gli esercenti non possono riscuotere i voucher se non hanno in vendita prodotti senza glutine, o se i prodotti venduti non rispettano le normative vigenti in materia di cibi per celiaci.

La responsabilità degli esercenti

Gli esercenti hanno la responsabilità di garantire che i prodotti senza glutine venduti siano conformi alle normative vigenti, ovvero di rispettare le normative relative alla sicurezza alimentare e alla corretta etichettatura dei prodotti. In particolare, devono assicurarsi che i prodotti senza glutine siano separati da quelli con glutine per prevenire la contaminazione incrociata. Inoltre, devono garantire che il personale sia adeguatamente formato per gestire i prodotti senza glutine e per rispondere alle domande dei clienti sulla celiachia e sulla dieta senza glutine.

Infine, devono assicurarsi di accettare i voucher solo per l’acquisto di questi prodotti.

In caso di inadempienze, gli esercenti possono essere soggetti a sanzioni, che vanno dalla sospensione temporanea dall’elenco degli esercizi aderenti al programma, fino alla revoca definitiva dell’adesione.

Bonus celiachia, il vantaggio di disporre di un Pos abilitato

Il bonus celiachia rappresenta un’opportunità per gli esercenti, permettendo loro di ampliare la propria clientela e di contribuire a migliorare la qualità della vita dei pazienti celiaci. Quando uno di questi fa la spesa in uno dei punti vendita convenzionati, al momento del pagamento presenta la tessera sanitaria e il codice celiachia (PIN). A questo punto, per l’esercente disporre di un terminale Pos in grado di verificare i prodotti rimborsabili e il budget personale disponibile si rivela di grande utilità. I movimenti sul valore del buono mensile sono tracciati e sicuri, le spese sempre sotto controllo grazie agli scontrini riepilogativi. Servizi come la gestione del bonus celiachia si inquadrano nell’evoluzione della digitalizzazione nei sistemi di pagamento.

Conclusione

Il bonus celiachia rappresenta una grande opportunità per gli esercenti, permettendo loro di ampliare la propria clientela e di contribuire a migliorare la qualità della vita dei pazienti celiaci. Adottare le corrette procedure di adesione e gestione dei voucher è fondamentale per garantire il successo di questa iniziativa e per evitare eventuali sanzioni. Con l’informazione corretta e un adeguato impegno, gli esercenti possono sfruttare al meglio questa opportunità, fornendo un importante servizio alla comunità dei celiaci.

#e-payments
#EuropeanPaymentsInitiative
#CircuitoEuropeoPagamenti
Categorie
Consumer News Retail

Commissioni POS: velocizza e unifica i pagamenti senza elevati costi fissi

04.11.2023

Commissioni POS: come ridurre i costi unificando i pagamenti

04.11.2023

Commissioni POS: come ridurre i costi unificando i pagamenti

Nel retail, oggi la velocità e l’efficienza dei pagamenti sono diventati fattori chiave per il successo di un’attività.

Secondo le stime di Confesercenti, tra commissioni, spese per utilizzo e installazione, i POS costano agli esercenti oltre 5 miliardi l’anno. Un risparmio si potrà avere con l’accordo siglato tra Abi e Associazione dei prestatori di servizi di pagamento e Cna, Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti e Fipe, che prevede la riduzione delle commissioni per i pagamenti sotto i 30 euro e un ulteriore abbassamento dei costi per le transazioni sotto i 10 euro. C’è poi il Bonus POS, grazie al quale gli esercenti possono beneficiare del credito d’imposta pari al 30% delle commissioni addebitate per le transazioni eseguite con la carta.
Sempre più imprenditori, quindi, si stanno rendendo conto dell’importanza di unificare e snellire i pagamenti, non solo per migliorare l’esperienza dei clienti, ma anche per ridurre le commissioni associate all’utilizzo dei terminali POS (Point of Sale). È possibile unire i due obiettivi in un’unica soluzione?

Ridurre le commissioni del POS con l’unificazione dei pagamenti

Oltre alla possibilità di negoziare le commissioni del POS con il fornitore del servizio, magari valutando l’opzione di un contratto a lungo termine per ottenere tariffe più vantaggiose che tengano conto del volume di transazioni previsto, una delle prime mosse da compiere per unificare i pagamenti è integrare le diverse modalità all’interno del proprio sistema di vendita. Oltre alle tradizionali carte di credito e debito, è possibile offrire ai clienti la possibilità di pagare tramite app mobili, portafogli digitali o bonifici bancari. L’utilizzo di soluzioni di pagamento online può contribuire notevolmente a velocizzare i pagamenti e ridurre le commissioni del POS. Piattaforme come PayPal o Stripe offrono servizi di pagamento sicuri e veloci e, spesso, tariffe competitive rispetto ai tradizionali terminali POS, consentendo così di risparmiare sulle commissioni.
Il nodo da risolvere è che ognuno dei vari soggetti ha un proprio protocollo, ragione per cui il punto vendita dovrebbe avere altrettanti canali per ricevere i pagamenti, ossia tanti POS. Con l’ulteriore complicazione di dover addestrare gli addetti del negozio a gestire tutti i diversi incassi.

La soluzione per i pagamenti digitali: Argentea AMoneyPay

Quello di unificare e velocizzare i pagamenti sembra un problema complesso, eppure la soluzione esiste ed è quella che propone Argentea con AMoney. Una soluzione modulare per il retail che, con il modulo AMoneyPay permette ai clienti di un esercizio commerciale di usare la modalità di pagamento preferita e all’esercente di inoltrare l’incasso alla banca più conveniente. L’attività in cassa viene semplificata, liberando la scelta dell’istituto bancario dai vincoli dell’infrastruttura hardware (il POS fisico). AMoneyPay permette infatti di attivare più profili bancari a cui instradare i pagamenti in base all’importo, la fascia oraria o il giorno della settimana. Inoltre, integra tutti i sistemi di pagamento elettronico: buoni pasto, alternative payment, abbracciando un ventaglio di PSP come Satispay, Wechat e altri.

E se il cliente paga con i buoni pasto?

I buoni pasto elettronici rappresentano un duplice vantaggio, per le aziende e per i dipendenti che li utilizzano, ma non devono costituire un onere aggiuntivo per l’esercente. Il modulo AMoneyBPE di Argentea coniuga perfettamente le due esigenze, rendendo la gestione dei buoni pasto semplice, veloce e sicura. Come funziona? La soluzione consente di leggere la card del buono pasto elettronico direttamente con il dispositivo POS; il collegamento della transazione di cassa con il sistema di pagamento avviene in modo automatico, senza la necessità di inserire gli importi manualmente, quindi evitando possibili errori. Inoltre, i buoni pasto elettronici possono essere letti da tutte le casse del punto vendita o ristorazione, quindi anche ai tavoli o in mobilità all’interno del locale. È assicurata la compatibilità con i più diffusi software dei registratori di cassa.

Argentea - Commissioni POS velocizza e unifica i pagamenti senza elevati costi fissi
#e-payments
#EuropeanPaymentsInitiative
#CircuitoEuropeoPagamenti