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Il mercato degli e-payments continua a correre

26.01.2022

Il mercato degli e-payments continua a correre

26.01.2022

Il mercato degli e-payments continua a correre

Nell’anno peggiore della pandemia le transazioni cashless hanno toccato i massimi storici, spingendo e-commerce e soluzioni innovative

La pandemia Covid ci ha messo lo zampino ma la tecnologia ha fatto passi da gigante per migliorare affidabilità e sicurezza. Senza tener conto delle ormai perfette integrazioni con i dispositivi elettronici personali, dagli smartphone agli smartwatch. Con questi presupposti non è difficile considerare gli e-payments come strumenti essenziali per la vita quotidiana e per il lavoro. Ebbene, molto si è fatto in Italia, ma tanto si può ancora fare.

Una recente analisi di Mediobanca ha confermato le “grandi potenzialità di crescita” del mercato italiano dei pagamenti elettronici. Dimenticando l’annus horribilis 2020, il report sostiene che dai primi tre trimestri del 2021 sono emersi “segnali positivi”, con le PayTech “sulla via della crescita”: “I ricavi si attestano a quota 110,6 miliardi di euro (+14,4% sui primi nove mesi 2020, di cui +14,5% le statunitensi e +11,6% le europee), mentre il risultato operativo è migliorato del 17%, con i gruppi europei in accelerazione (+24,1%)”.

Insomma, la pandemia ha accelerato la “rivoluzione” già in corso degli e-payments. Nel 2020 il mercato dei pagamenti in Italia si è fermato a 245,8 miliardi di euro (-8,8% rispetto ai 269,6 del 2019). A reggere meglio l’urto, ovviamente, è stato il settore dei digital payments.

I dati di Mediobanca parlano chiaro: “Sono cresciuti con un tasso medio del +7,1% nel 2018-2020, sfiorando così il valore complessivo di 40 miliardi di euro nel 2020, di cui 35,5 miliardi relativi a strumenti prepagati (moneta elettronica). In totale, a fine 2020 lo stock di moneta elettronica in circolazione in Italia era pari a 11,4 miliardi (+28,1% sul 2019)”.

Tuttavia, per gli esperti di Mediobanca aumenta il ricorso agli e-payment, ma rimane “ancora elevata” la quota del contante sul transato in Italia: il 58% nel 2019 a valore e l’83% a volume. E sono dati superiori alla media europea (rispettivamente 48% e 73%).

Più nel dettaglio, il dossier di Mediobanca spiega che il comparto degli acquisti online è uno dei più “dinamici” con ricavi in forte progressione (+748,9%), e nel 2020 “chiudono in territorio positivo solo le soluzioni di pagamento (risultato netto pari al 14,2% dei ricavi) e i POS innovativi (3,1%)”.

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Gli Italiani chiedono più opzioni di pagamento online

27.01.2022

Gli italiani chiedono più opzioni di pagamento online

27.01.2022

Gli italiani chiedono più opzioni di pagamento online

Le aziende investono per migliorare il loro checkout e andare incontro ai clienti: si punta soprattutto su portafogli elettronici e eCash

Le preferenze sui metodi di pagamento online continuano a cambiare, di pari passo con lo sviluppo di nuovi servizi e tecnologie. Ma il comune denominatore, per tutti gli e-shopper, sembra essere uno solo: la richiesta di avere a disposizione più opzioni per perfezionare gli acquisti.

L’indicazione arriva da un recente report che ha coinvolto 1.100 Pmi a livello globale, attive sia online che in store: a esse è stato chiesto come le loro offerte di pagamento siano cambiate negli ultimi 12 mesi, segnate da un aumento.

Dalla rilevazione emerge che oltre due imprese italiane su tre hanno aggiornato il processo di checkout dei clienti. Il 65% di esse ha indicato il cambiamento delle preferenze di pagamento da parte dei consumatori come “spinta” per questo aggiornamento, mentre il 61% ha citato il fatto che i clienti chiedono un maggior numero di opzioni per concludere gli acquisti online.

Le aziende dunque provano a intercettare i bisogni e le inclinazioni di una platea sempre più attenta alla tecnologie di pagamento digitale. E in tal senso, il momento del checkout è basilare per migliorare la customer experience ed evitare che il consumatore rinunci all’acquisto dirigendosi verso altri negozi virtuali. La metà delle imprese italiane interpellate, infatti, ha citato i livelli di abbandono del carrello come un problema non secondario.

L’altro grande nodo che emerge dal report è quello dell’affidabilità, citata dal 46% delle attività online del nostro Paese come caratteristica prioritaria nella ricerca di un partner per i pagamenti.

Tornando alla proposta di forme di pagamento alternative, sembrano essere sempre più popolari i portafogli digitali, canale attraverso il quale sono cresciute le vendite del 72% delle realtà interpellate nella ricerca. Prendono quota anche i sistemi che traducono il contante in moneta elettronica (eCash): il 38% li ha già implementati e un altro terzo degli intervistati prevede di farlo a breve. Infine, sembrano esercitare un discreto fascino anche le criptovalute: oltre la metà delle Pmi tricolori interpellate (53%) ha espresso il desiderio di poterle offrire nel proprio checkout, mentre a livello globale la quota scende al 48%.

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La carenza di materie prime allunga i tempi di approvvigionamento

17.12.2021

La carenza di materie prime allunga i tempi di approvvigionamento

17.12.2021

La carenza di materie prime allunga i tempi di approvvigionamento

Cosa cambia per gli operatori e l’offerta blocca prezzo di Argentea per contrastare i rincari

La carenza di materie prime che si sta verificando negli ultimi mesi sui mercati internazionali condiziona numerosi ambiti del commercio. Questo fenomeno, purtroppo, sta interessando anche l’approvvigionamento dei terminali POS.

In sostanza, i tempi di attesa per gli operatori interessati si allungano e allo stato attuale si aggirano intorno ai 6 mesi. Oltre a questo, Argentea ha ricevuto comunicazione dai vendor che la carenza delle materie prime e, quindi, dei componenti, sta determinando un aumento dei costi dei terminali POS.

Quindi, nel caso un operatore preveda nuove aperture o l’aggiornamento del parco POS nei prossimi mesi e necessiti, quindi, di nuovi terminali, dovrebbe a tenere conto delle nuove tempistiche di approvvigionamento e di formalizzare al più presto eventuali ordini.

Come fare? Semplice: scrivendo a commerciale@argentea.it entro il 24/12/2021 per poter beneficiare dei listini attualmente in vigore. Tra l’altro, l’operatore troverà in listino anche i nuovi terminali POS Move con connettività 4G che garantiranno maggiore velocità di trasmissione durante la transazione.

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Contanti, i nuovi limiti in vigore da gennaio 2022

17.12.2021

Contanti, i nuovi limiti in vigore da gennaio 2022

17.12.2021

Contanti, i nuovi limiti in vigore da gennaio

Dimezzato il massimale nell’utilizzo del denaro: cosa cambia

Anno nuovo, regole nuove. Dal 1° gennaio 2022 il limite di utilizzo del contante non sarà più di 1.999,99 euro, ma 999,99 euro. La misura è stata introdotta dall’articolo 18 del decreto-legge 124 del 2019 per incentivare nel Paese il ricorso alle transazioni digitali e contrastare l’evasione fiscale.

Questa soglia si applica ai pagamenti ma anche alle donazioni, come ricorda la Banca d’Italia: “È possibile consegnare del denaro contante solo entro questa cifra, anche se si tratta di donazioni o se le somme sono a favore di parenti”.

Fanno eccezione i pagamenti ed i prelievi effettuati per il tramite di banche, Poste italiane S.p.a. e istituti di moneta elettronica. Ad esempio, si potranno prelevare 2.000 euro, ma poi non si potranno utilizzare per un pagamento unico in contanti.

Se parliamo di pagamenti, c’è un’eccezione ai limiti: i cittadini stranieri potranno utilizzare contante, con un limite di 15mila euro, per transazioni legate a shopping e turismo previa comunicazione all’Agenzia delle Entrate.

Ma cosa implica superare i limiti? Espone a rischi di contestazione da parte dell’Agenzia delle Entrate con gli accertamenti previsti dalla normativa antiriciclaggio e la conseguente applicazione delle sanzioni previste dalla normativa vigente.

Vanno da un minimo di 1.000 euro ad un massimo di 50.000 euro.

Inoltre, chi non comunica l’irregolarità essendo tenuto a farlo, paga una sanzione da 3.000 a 15.000 euro. In caso di pagamento in contanti oltre il limite di legge, infatti, viene sanzionato non solo chi paga ma anche chi accetta il pagamento.

Non è scontato, comunque, ricordare anche che cosa si intende per denaro contante: banconote, monete e titoli al portatore, assimilati al contante.

Gli strumenti alternativi al contante sono ormai numerosi: assegno, bonifico, addebito diretto, carte di pagamento, servizi di pagamento via internet (e-payments) o su dispositivi portatili (m-payments). Dunque, sono queste le soluzioni percorribili per il trasferimento di denaro a qualsiasi titolo tra soggetti diversi per importi superiori alla nuova soglia massima di legge

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Mobile payment, Italia quarta al mondo per spesa pro-capite

17.12.2021

Mobile payment, Italia quarta al mondo per spesa pro-capite

17.12.2021

Mobile payment, Italia quarta al mondo per spesa pro-capite

La classifica del Digital Market Outlook di Statista: in Cina il tasso di penetrazione è al 39,5%.

L’Italia è quarta al mondo per spesa pro-capite nei pagamenti con soluzioni mobile. Spendiamo, infatti, 4.265 dollari all’anno (è stata usata la valuta americana per permettere un confronto tra i Paesi). Solo Norvegia, Usa e Gran Bretagna nel mondo hanno cifre più alte secondo l’ultimo Digital Market Outlook di Statista, società specializzata in statistiche e ricerche di mercato.

L’Italia, però, viene superata da 9 Paesi nel mondo nel tasso di penetrazione dei mobile payments rispetto al totale delle transazioni: non andiamo oltre l’8,3%. In Germania, ad esempio, il tasso di penetrazione è nettamente più alto (14,5%), ma la spesa media è più bassa (1.552 dollari).

Se prendiamo in considerazione solo questo indicatore, infatti, siamo decimi nel mondo e terzi nell’Unione europea, dietro a Germania e Spagna. In altre parole: spendiamo in media più degli altri, ma la diffusione di queste tipologie di pagamenti ha ampi margini di crescita in Italia.

Siamo lontanissimi dal tasso di penetrazione della Cina (39,5%), nettamente il primo Paese del mondo se parliamo di pagamenti con lo smartphone. Vengono utilizzati da più di 500 milioni di persone sia che si tratti di acquisti in punti vendita fisici, al ristorante o al supermercato, o di shopping online attraverso siti di e-commerce.

Questa performance, secondo Statista, è stata possibile, grazie alla diffusione di alcuni big player come Alipay e WeChat Pay, i cui servizi sono stati velocemente adottati dai consumatori ma anche dagli esercenti nel retail, nella ristorazione e tra le piattaforme per il commercio elettronico.

I trend di crescita, però, sono evidenti anche nelle altre zone del mondo come, ad esempio, in Italia. Proprio per andare incontro alle esigenze degli operatori nel rispondere alle sempre maggiori attenzioni dei clienti verso questi metodi di pagamento, Argentea ha sviluppato il modulo AMoneyAP osservando il fenomeno degli alternative payments.

Come funziona? Quando, alla cassa, il cliente chiede di poter pagare con uno di questi metodi, l’operatore gli mostra un QR code sul display del terminale POS. Il cliente, così, inquadra il QR code con la sua app ed effettua il pagamento in comodità.

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Retail più fluido, flessibile e omnicanale

27.11.2021

Retail più fluido, flessibile e omnicanale

27.11.2021

Retail più fluido, flessibile e omnicanale

 

La pandemia ha trasformato il concetto di “negozio fisico” e spinge imprenditori ed esercenti a ripensare il modello di business puntando su nuove competenze e investimenti.

La regola è adattarsi al cambiamento. O meglio: acquisire competenze cross – specialmente digital
e web marketing – in grado di aumentare il giro d’affari e migliorare l’esperienza del cliente.

Non per nulla è stata intitolata “Hybrid is the future: il retail verso l’unione fisico e digitale” la sessione del Forum Retail di fine ottobre. Laddove “ibrido” è l’incrocio tra tecnologia e ingegno-competenza umana.

La pandemia ha dimostrato inequivocabilmente che il settore retail deve sapersi
rinnovare. Non solo per sopravvivere ma anche per accrescere il proprio business.

Il concetto di “negozio fisico” ne è uscito talmente trasformato che ci si deve chiedere se sia ancora il caso di
considerarlo valido. Da unico punto di contatto con clienti e consumatori, il negozio è diventato parte di un enorme sistema multi-channel.

Non per caso, secondo quanto emerso dal Forum Retail, c’è la “necessità di ripensare il punto vendita, che deve diventare omnicanale e più flessibile”, come precisa una nota degli organizzatori dell’evento, IKN Italy. “Il consumatore, grazie all’accelerazione digitale imposta dalla pandemia, ha modificato abitudini e modalità di acquisto e vuole ora vivere un’esperienza seamless, ossia più fluida, semplice e trasparente”.

Le parole chiave sono dunque flessibilità, studio del contesto e investimento. La tecnologia di ultima generazione (come il 5G o l’IA), possono rivoluzionare il rapporto con il cliente fornendogli informazioni in real-time. Una customer experience continua. Ottimi spunti sono arrivati anche dalla tavola rotonda dedicata al “Luxury Fashion” sui “nuovi consumi tra digitalizzazione dell’industria e shopping experience cross-canale”: “Grazie ai sistemi di Crm (gestione clienti) più evoluti a disposizione – spiega la nota di IKN Italy – la relazione con il cliente si può declinare in infiniti modi, raccogliendo tutti i dati e le informazioni che possono essere utili nello store: il consumatore si aspetta di essere riconosciuto, che i suoi bisogni e i suoi stili di vita siano noti”.

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PocketPA, le bollette alla cassa del supermercato

27.11.2021

PocketPA, le bollette alla cassa del supermercato

27.11.2021

PocketPA, le bollette alla cassa del supermercato

Il terminale POS proposto da Argentea in collaborazione con PayTipper permette di offrire un servizio in più alla clientela

La nascita di PagoPA ha rappresentato una vera rivoluzione in termini di comodità e praticità per i cittadini chiamati al pagamento di bollette, imposte o canoni verso la Pubblica Amministrazione e gli altri soggetti aderenti. Nel 2021 le transazioni passate attraverso la piattaforma digitale sono state oltre 152 milioni, con una crescita del 74% rispetto all’anno precedente e un controvalore economico di quasi 28 miliardi di euro. Numeri destinati a crescere ancora visto che dal prossimo anno aziende private come Enel e Telecom passeranno a questo sistema: non emetteranno più dunque bollettini postali, bensì bollettini PagoPA.

Pagare diventa sempre più semplice e pratico, e questo cambio di paradigma chiama in causa anche il mondo del retail. Perché non offrire ai propri clienti, ad esempio, la possibilità di effettuare i versamenti anche alla cassa del supermercato? A queste esigenze risponde un prodotto come il posPA, soluzione che Argentea propone in collaborazione con PayTipper, un PSP di Enel X operativo nel nodo PagoPA dal 2016: un dispositivo studiato proprio per la grande distribuzione organizzata. Il PocketPA dedicato a pagamenti PagoPA, bollettini premarcati, MAV e RAV,  è ready to use: funziona tramite una postazione dotata di terminale POS e del lettore necessario per acquisire i dati dell’avviso di pagamento in modo automatico.

Il dispositivo è in grado di leggere il codice QR dell’avviso di pagamento, sia da supporto cartaceo che in formato digitale, e interagisce con qualsiasi applicativo in uso all’ente emettitore per consentire la trasmissione dell’importo da incassare  in maniera completamente automatica. PocketPA permette di accettare pagamenti con Bancomat o carte Visa e Mastercard e stampa per il cliente sia la ricevuta quietanzata sia quella del pagamento con carta: non c’è quindi alcuna necessità di un dispositivo esterno o di un successivo invio via mail.

Due le versioni disponibili, per adattarsi alla filosofia dei diversi punti vendita: GPRS Mobile, terminale utilizzabile sia con postazione fissa che mobile, e POS Ethernet, adatto a postazioni fisse, da collegare alla rete Lan locale.

Pocket PA
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L’Italia si adegua finalmente all’Ue

27.11.2021

L'Italia si adegua finalmente all'Ue

27.11.2021

L'Italia si adegua finalmente all'Ue

Il governo ha recepito a inizio novembre la direttiva sui pagamenti digitali contro le frodi e le falsificazioni

“Attuazione della direttiva 2019/713/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 17 aprile 2019 relativa alla lotta contro le frodi e le falsificazioni di mezzi di pagamento diversi dai contanti”. Tradotto dal “burocratese”, il comunicato del Consiglio dei ministri dello scorso 4 novembre, conferma che il governo ha finalmente recepito la direttiva con cui l’Unione europea chiedeva all’Italia di adeguarsi agli standard di controllo e trasparenza di molti altri Paesi partner.

Era una decisione molto attesa da tutte le realtà che operano nel mercato degli e-payments ma che è passata quasi inosservata perchè rientrava in uno dei tanti Cdm che si sono svolti quest’anno. Il 17 aprile 2019, Parlamento europeo e Consiglio dell’Ue deliberavo infatti che “le frodi e le falsificazioni di mezzi di pagamento diversi dai contanti costituiscono una minaccia alla sicurezza in quanto rappresentano fonti di entrate per la criminalità organizzata e quindi rendono possibili altre attività criminali come il terrorismo, il traffico di droga e la tratta di esseri umani”.

Frodi e falsificazioni, come precisa l’Ue, “rappresentano inoltre un ostacolo al mercato unico digitale, intaccando la fiducia dei consumatori e causando una perdita economica diretta”.

Ancora più importante, l’Europa puntava il dito contro “lacune e differenze considerevoli nel diritto degli Stati membri in materia di frodi e falsificazioni di mezzi di pagamento” elettronici, la cui esistenza “può ostacolare la prevenzione, l’individuazione e il perseguimento di questi tipi di reato e di altre gravi forme di criminalità organizzata ad essi connesse e da essi facilitate, e rende più difficile la cooperazione di polizia e la cooperazione giudiziaria, e quindi meno efficaci, con conseguenze negative sul piano della sicurezza”.

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Un retailer più digitale e sostenibile

27.10.2021

Un retailer più digitale e sostenibile

27.10.2021

Un retailer più digitale e sostenibile

Conservazione a norma, semplice e veloce

Maggiore sicurezza e ottimizzazione degli archivi, dematerializzazione delle copie cartacee e maggior ordine. Sono tutti obiettivi raggiungibili grazie ai processi di digitalizzazione dei documenti che garantisce AMONEYCONS, la soluzione pensata per il mercato retail.

Ovviamente si tratta di processi che aderiscono completamente alla legge vigente in materia di certificazione dei dati archiviati: di conseguenza i clienti possono eliminare il cartaceo e usufruire della protezione e della sicurezza offerti dalla soluzione di conservazione elettronica di ARGENTEA.

 

Cosa fa

 AmoneyCONS archivia e conserva tutti i documenti: per esempio documenti amministrativi e fiscali (comprese fatture, libri e registri). Ma è possibile tenere traccia di tutti gli ordini, delle conferme d’ordine, di avvisi di consegna, delle prime note di cassa dei punti di vendita e persino dei documenti di trasporto (ddt).

Come funziona

  • ARGENTEA pensa a tutto: il  retailer deve solo caricare i documenti su  AMoneyCons e lo può fare in modo automatico (tramite i servizi dedicati) oppure lavorando direttamente sul portale web.
  • I documenti saranno al sicuro su data center certificati e archiviati e potranno essere richiesti on demand per essere esibiti in ogni momento e in ogni luogo grazie alla semplice interfaccia di utilizzo.

Quanti vantaggi

  • Risparmio
    L’archiviazione dei file in formato digitale consente un risparmio sui costi di stampa, si ha un risparmio evidente relativo al consumo di carta e toner e sulla ricerca dei documenti stessi negli archivi ora digitali.

  • Ecosostenibile
    Meno carta, meno toner esausti significa maggior sostegno all’ambiente 

  • Valore legale
    ARGENTEA è un conservatore accreditato dall’AgID e con la Conservazione digitale riesce a garantire il valore legale dei documenti archiviati e conservati.

  • Sicurezza
    I dati archiviati su data center in modo conforme alla normativa italiana possono assicurare altissimi livelli di servizio ed elevati standard di sicurezza, proteggendo da tentativi d’intrusione e manomissione.

  • Riduzione degli spazi
    La trasformazione dei documenti analogici in documenti digitali comporta una riduzione degli spazi occupati da faldoni e scatoloni, vantaggio sia per le piccole che grandi aziende.

Per fare tutto ciò è necessario puntare sulla tecnologia e sulle applicazioni IT. Un esempio concreto? Il moltiplicarsi dei chioschi per il self checkout, utili per garantire il distanziamento fisico, la riduzione delle code alle casse e incentivare l’uso dei metodi di pagamento elettronici, comporta la necessità di dotarsi di reti wireless più affidabili e di dispositivi POS di ultima generazione. Si tratta di esigenze già emerse nel periodo pre-Covid ma che sono balzate all’ordine del giorno dei retailer in maniera prepotente proprio durante la pandemia. 

Altro aspetto da considerare è l’aumento esponenziale della concorrenza sul mercato online: con il moltiplicarsi degli e-shop è vitale per ogni attività riuscire a catturare l’attenzione del potenziale cliente, e riuscire poi a fidelizzarlo. molti retailer puntano a personalizzare al massimo la shopping experience: servizi di localizzazione interni mirati, promozioni in-store, concierge virtuali. Ovviamente per battere con successo questa strada occorrono strutture all’altezza: blackout dei data center, applicazioni lente o falle nella sicurezza non sono consentiti e rischiano di far perdere potenziali clienti. 

Il retailer che vuole restare competitivo dovrà quindi tenere conto di tutti questi aspetti. Le soluzioni IT tradizionali, manuali e network-centric rischiano di dimostrarsi non all’altezza delle sfide dei prossimi anni. Nuove infrastrutture guidate dall’intelligenza artificiale diventeranno la normalità, grazie alla capacità di garantire il livello di automazione e operatività per ottimizzare la shopping experience in negozio ma anche le mansioni del personale nei magazzini e nei centri logistici. Le reti AI-driven sono destinate a diventare il plus principale per distinguersi dal competitor: il loro grande potenziale, se sfruttato a pieno, promette di garantire un vantaggio decisivo in termini di efficienza dei processi, risparmio di denaro e customer engagement. 

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Intelligenza artificiale, la nuova frontiera del retail

27.10.2021

Intelligenza artificiale, la nuova frontiera del retail

27.10.2021

Intelligenza artificiale, la nuova frontiera del retail​

Nel post pandemia diventa ancora più fondamentale dotarsi di infrastrutture e tecnologie capaci di garantire ai clienti un’esperienza di acquisto su misura e di rendere più efficienti i processi logistici e di gestione del magazzino

Il boom dell’e-commerce innescato dalla pandemia è sotto gli occhi di tutti, certificato da un’infinità di dati e ricerche di mercato. Le restrizioni anti-Covid hanno letteralmente rivoluzionato il mondo retail, portando nel giro di pochi mesi a cambiamenti che in condizioni normali avrebbero probabilmente richiesto anni. Anche dopo l’allentamento delle restrizioni, chiunque gestisca un’attività commerciale non può permettersi di ignorare i nuovi strumenti sviluppati con l’intento di fornire ai clienti un’esperienza di shopping su misura, piacevole e all’insegna della piena sicurezza. 

Per fare tutto ciò è necessario puntare sulla tecnologia e sulle applicazioni IT. Un esempio concreto? Il moltiplicarsi dei chioschi per il self checkout, utili per garantire il distanziamento fisico, la riduzione delle code alle casse e incentivare l’uso dei metodi di pagamento elettronici, comporta la necessità di dotarsi di reti wireless più affidabili e di dispositivi POS di ultima generazione. Si tratta di esigenze già emerse nel periodo pre-Covid ma che sono balzate all’ordine del giorno dei retailer in maniera prepotente proprio durante la pandemia. 

Altro aspetto da considerare è l’aumento esponenziale della concorrenza sul mercato online: con il moltiplicarsi degli e-shop è vitale per ogni attività riuscire a catturare l’attenzione del potenziale cliente, e riuscire poi a fidelizzarlo. molti retailer puntano a personalizzare al massimo la shopping experience: servizi di localizzazione interni mirati, promozioni in-store, concierge virtuali. Ovviamente per battere con successo questa strada occorrono strutture all’altezza: blackout dei data center, applicazioni lente o falle nella sicurezza non sono consentiti e rischiano di far perdere potenziali clienti. 

Il retailer che vuole restare competitivo dovrà quindi tenere conto di tutti questi aspetti. Le soluzioni IT tradizionali, manuali e network-centric rischiano di dimostrarsi non all’altezza delle sfide dei prossimi anni. Nuove infrastrutture guidate dall’intelligenza artificiale diventeranno la normalità, grazie alla capacità di garantire il livello di automazione e operatività per ottimizzare la shopping experience in negozio ma anche le mansioni del personale nei magazzini e nei centri logistici. Le reti AI-driven sono destinate a diventare il plus principale per distinguersi dal competitor: il loro grande potenziale, se sfruttato a pieno, promette di garantire un vantaggio decisivo in termini di efficienza dei processi, risparmio di denaro e customer engagement. 

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