Le gift card digitali rappresentano “l’evoluzione della specie” per consumatori e retailer.
In principio fu la carta regalo fisica, poi anche in quest’ambito la dematerializzazione ha impresso un cambio di passo.
Gli obiettivi, per i merchant, tuttavia non mutano. Con la gift card (anche quella digitale) si punta a rafforzare il legame con i clienti e ad acquistarne di nuovi; si incassano, di fatto, pagamenti anticipati per beni o servizi che saranno erogati solo successivamente; si possono incentivare acquisti con una soglia di spesa più alta; si possono accumulare dati e metriche per profilare meglio l’utenza.
Grazie al formato digitale, il merchant evita alcuni costi, connessi a stampa e spedizione, ma non rinuncia alla creatività, scegliendo il layout più accattivante e in grado di far risuonare il brand.
Inoltre, il retailer potrebbe associare la gift card digitale a un’app brandizzata, con cui veicolare altre info e servizi.
La carta regalo, nella gran parte dei casi, è donata da un cliente a un altro soggetto. Tuttavia, un consumatore può usarla anche in prima persona: così facendo, dispone di una cifra che può essere spesa online o in store più volte, trattandosi a tutti gli effetti di una carta prepagata.
Nel formato digitale, le gift card rappresentano un ulteriore strumento per favorire un pagamento contactless e innovativo. I vantaggi logistici sono molteplici:
Il tema è divenuto centrale anche per i player dei sistemi di pagamenti elettronici: nel 2020, ad esempio, Samsung Pay aveva annunciato l’introduzione della nuova sezione Gift Card all’interno dell’app. La funzionalità consentiva ai clienti “di acquistare e regalare le Gift Card direttamente tramite Samsung Pay, includendole nel proprio e-wallet o regalandole ad un altro utente”.
Il retailer deve valorizzare la gift card digitale come mezzo per ampliare il bacino di clienti e offrire ulteriore valore al proprio target, tenendo in considerazione tutti questi aspetti.
Anche su questo fronte, il pubblico ha abbracciato nuove abitudini, che vanno comprese e assecondate partendo dagli strumenti già in uso in negozio.
Le risposte, talvolta, sono già nel software gestionale che può abilitare il rilascio di gift card personalizzate, con l’invio di un barcode da associare al destinatario del dono o a colui che lo acquista.
Il retailer che dispone di un sito può anche consentire al cliente di acquistare online la gift card nella sezione riservata, inserendo il numero di cellulare del ricevente, che via sms o mail otterrà tutte le indicazioni del caso.
Come dimostrato però in altri ambiti, la compresenza di fisico e digitale può investire anche le carte regalo.
Come nel caso di AMoneyGift di Argentea, lo strumento che consente ai retailer di offrire ai clienti una gift card personalizzata (destinata sia alla clientela B2B che B2C).
Uno strumento decisamente versatile: i retailer lo possono utilizzare come premio per i propri dipendenti; per la fornitura ad altre aziende che le richiedono come premio/strumento di welfare; come carte regalo da vendere nei propri punti vendita.
In questo caso, chi la acquista o la riceve, potrà usarla come carta negli store del brand o della catena che l’ha emessa. AMoneyGift è una carta regalo a circuito chiuso (utilizzabile quindi solo sulla rete del merchant che l’ha venduta).
AMoneyGift si pone sulla soglia tra fisico e digitale, in quanto il codice a barre (Ean) emesso da Argentea è virtuale ma il merchant può stamparlo su un supporto fisico: un ulteriore passaggio che però rappresenta un elemento di bond più forte rispetto alla carta virtualizzata, specialmente per un tipo di target più alto o maturo.
Tuttavia, le app che consentono di virtualizzare il codice a barre non mancano e così il vantaggio per chi riceve AMoneyGift può tornare, semplificato, anche sotto forma “digital”.