La scorsa legge di bilancio attuata dal Governo italiano mostra una decisa spinta a favore della transizione verso l’economia senza contante, soprattutto nel canale fisico e anche per somme di piccola entità, con l’introduzione di misure fiscali attrattive sia per gli esercenti che per i consumatori. Sono gli stessi numeri dei pagamenti elettronici a suggerire questa direzione, dal momento che la modalità di transazione digitale cresce a un ritmo del 10% annuo, incontrando sempre più le abitudini degli italiani.
Abitudini che, peraltro, hanno riscontrato un’impennata naturale nel periodo del lockdown e che si sono confermate anche nei mesi successivi. Nell’elaborazione di nuove iniziative a favore dei pagamenti elettronici presso gli esercenti fisici, gli esperti hanno tenuto conto, fra gli altri elementi, di un paradosso tutto italiano: nonostante sul territorio nazionale si registrino circa 52.000 POS ogni milione di abitanti – una delle percentuali più alte al mondo – l’Italia risulta terzultima in Europa nel loro utilizzo. Dunque, i mezzi ci sono, ma serve renderne appetibile l’uso. Per incentivare gli acquisti tramite POS sono state promosse o sono in fase di approvazione alcune misure che, se da un lato chiedono un piccolo sforzo iniziale al consumatore, dall’altro garantiscono significativi rimborsi.
Riassumiamo di seguito le principali proposte di riforma per dare impulso all’economia cashless:
Delle ultime due misure che completano il ventaglio di iniziative a favore degli acquisti senza contanti abbiamo già parlato negli ultimi numeri, ma torniamo a ripeterle sinteticamente: